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La Triade divina in Numenio di Apamea
Un'anticipazione della teologia neoplatonica
Anno: 2010
Pagine: 102
Prezzo: € 13,00
ISBN: 9788866000075
Codice catalogo: 529
Collana: Symbolon
Ambito di ricerca: Filosofia
EVA DI STEFANO
 
La Triade divina in Numenio di Apamea
Un’anticipazione della teologia neoplatonica
 
 
I frammenti teologici di Numenio, filosofo platonico pitagorizzante del II secolo d.C., che, secondo una felice espressione del Theiler, costituisce la più importante figura medioplatonica della Vorbereitung des Neuplatonismus, mostrano già chiaramente tre distinti livelli del Principio, anche se non assegnano al Primo Principio uno statuto meta-noetico. Questa di Numenio è una procedura complessa, che gerarchizzando il divino in tre distinti momenti, anticipa di certo la teologia plotiniana. Nella concezione metafisica numeniana emerge infatti, al di sopra dell’anima del mondo e dell’intelletto demiurgico, un Principio superiore che Numenio chiama “primo Dio”, o “primo Intelletto”, il quale, pur non situandosi al di là dell’essere e dell’intelletto, presenta tratti di trascendenza ontologica e ineffabilità epistemica, che necessariamente lo rendono affine all’Uno plotiniano.
I tre Dei numeniani si presentano, peraltro, come tre differenti livelli di attività mentale, dei quali il secondo, cioè il noei`n, costituisce l’attività distintiva del secondo Dio. Anche il primo Dio può noei`n, ma solo chiedendo l’aiuto del Secondo, perché ciò che lo distingue non è il Pensiero, bensì l’Uno-Bene, che è al di sopra dell’Intelletto, cioè del noei`n. Numenio definisce il primo Dio come un’Intelligenza allo stato di quiete, perché non effettua alcun atto di pensiero, mentre definisce il secondo Dio come un’Intelligenza in atto, la cui funzione propria è appunto il pensare. In tal modo, il primo Dio pensa solo in quanto utilizza come assistente il secondo Dio, che è l’Intelletto in atto (ejn proscrhvsei tou` deutevrou noei`n). A sua volta, il secondo Dio, che per creare un mondo materiale ha bisogno dell’aiuto del terzo Dio, abbandona la novhsi~ed esercita la diavnoia, che è la caratteristica propria del terzo Dio.