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I peperoni di Obama
Il racconto della sinistra per costruire nuove idee
Anno: 2009
Pagine: 198
Prezzo: € 12,00
ISBN: 9788895104843
Codice catalogo: 502
Luigi Savoca
I PEPERONI DI OBAMA
Il racconto della sinistra per costruire nuove idee
 
Mio figlio è rappresentante degli studenti nella sua scuola. Questo dovrebbe significare che appartiene a quella cerchia di giovani che, in qualche modo, è più attiva ed interessata alla politica. Tuttavia, quando gli parlo, non posso fare a meno di pensare all’abisso che separa la mia generazione dalla sua.
Oggi i ragazzi hanno idee molto vaghe sui principi ed i contenuti delle varie tradizioni politiche, non sono interessati ad un approfondimento culturale (in sostanza non leggono libri…), sono in genere molto delusi e disincantati nei riguardi delle passioni che hanno agitato i loro coetanei delle generazioni precedenti.
Questa incapacità di immaginare un mondo diverso è dominante proprio nel momento in cui il futuro appare precario, incerto, tendente ad un peggioramento su tutti i versanti (il degrado ambientale, l’imbarbarimento civile, la crisi economica, la povertà, la fame, la sete, la guerra).
Ci sarebbe, quindi, estremo bisogno di un pensiero critico, ma le ideologie, eredi di passati più o meno gloriosi, sembrano aver perso inesorabilmente la capacità di suscitare passioni, desideri, voglia di lottare.
C’è qualcosa che non quadra. Si è drammaticamente interrotta la trasmissione del patrimonio
di esperienze da una generazione all’altra. Io penso che questo sia avvenuto, oltre che per mille altre
ragioni, in buona parte per la sostanziale incapacità di rimettersi in discussione da parte dei padri, delle madri e degli zii.
La politica di un tempo, dal ’68 ai mitici anni ’70, si è sempre più rinsecchita nella arteriosclerotica reiterazione di categorie e impostazioni concettuali sconfitte dalla storia ed incapaci di dare risposte nel presente. Oggi essa rappresenta una bruttissima copia, quasi una parodia, di quelle «grandi narrazioni» della storia che hanno determinato momenti esaltanti, così come pure tragedie, nel Novecento.
Non interessa nessuno, non riesce a parlare a nessuno.
Questa crisi profonda colpisce soprattutto chi si pone in maniera critica rispetto allo stato di cose presenti.
Chi accetta il nostro modello sociale, chi pensa che il problema sia essere più furbo e più forte degli altri per emergere nella società, a danno dei deboli o dei fessi, non ha alcun interesse per questo discorso, sa bene che la «politica» è una professione come un’altra, un mezzo per abbrancare la propria fetta di potere.
La sofferenza, il disagio, il disorientamento, albergano nei cuori di chi sente che la propria umanità viene mortificata dalla deriva sempre più barbara che contraddistingue il mondo di oggi: i ricchi sempre più inutilmente ricchi, i poveri sempre di più e sempre più poveri; l’aggressività, l’arroganza, il cinismo,
l’indifferenza, sempre più invadenti e dominanti.
Ci sarebbe bisogno di un pensiero capace di dare risposte, di costruire un’idea praticabile di trasformazione positiva della società, ma questo pensiero è in crisi perché le categorie del passato ed i bilanci della storia non costituiscono un punto di riferimento valido e rassicurante.
Da qui nasce l’idea di questo libro che non pretende (ovviamente) di dare una risposta all’enorme mole di problemi e di questioni che agitano il mondo, ma ha l’aspirazione di costituire una riflessione libera, fuori da schemi precostituiti, su quanto hanno rappresentato, nel bene e nel male, i grandi movimenti politici ispirati al marxismo in oltre 150 anni di storia. È una riflessione indirizzata ai giovani, finalizzata a raccontare
un patrimonio di entusiasmi, di delusioni, di esperienze, comunque utile per quanti non volessero rassegnarsi a vivere in una società in cui l’infelicità e la paura la fanno sempre più da padrone; non è un bel mondo. Esistono questi giovani? Sono certo di sì e costituiscono la speranza del futuro.