La Sicilia per gli intellettuali arabo-islamici di età medievale era una terra di confine, posta su uno dei limiti occidentali dei territori amici e dominata da strane personalità politiche, ambiguamente tolleranti nei confronti della popolazione di fede diversa. Era però anche il giardino arabo: un territorio riorganizzato nei secoli precedenti e reso ricco e accogliente, spesso ricordato con nostalgia da poeti e narratori.

Alla costruzione di questa immagine dell'isola contribuirono anche gli scienziati con alcune pagine di geografia umana, divenute fondamentali per la nascita della disciplina moderna. L'operato di quei geografi si realizzava all'interno di un complesso quadro di ambivalenze simboliche e forti conflitti teologici, da cui però emergeva una scienza in evoluzione.

II volume, frutto di uno studio di geografia storica, analizza le descrizioni e le carte realizzate da alcuni geografi, fornendo un quadro originale di una scienza in cui la visione politica e culturale dell'isola si inseriva nella descrizione di un mondo popolato da culture differenti.