Il volume `Masques et Visages' del Pierrot. La metamorfosi di un mito circoscrive e analizza le elaborazioni del Pierrot da zanni ita­liano a personaggio lunare, creatura metafisica che evoca con la sua presenza la nostalgia di altri mondi. Trasformazioni che non sono riconducibili tout court ad un'estetica fin de siecle: i movimen­ti cadenzati e ritmati della maschera, che si sposta con la stessa ele­ganza dal teatro ai baracconi da fiera, dai carrozzoni dei comme­dianti agli spazi circensi e offre il suo triste volto aux masques di bizzarri e poetici istrioni ci riconducono in epoca romantica, luogo, di formazione e/o di riformulazione di grandi miti.

L'analisi si snoda su due percorsi: da un lato l'indagine sulle testi­monianze rimaste intorno al theatre des Funambules e sui tentatividi ricostruzione biografica del personaggio che incarna, sulla scena e nella vita, la figura del Pierrot; dall'altro l'attivazione del mito nella scrittura tra gli anni '30-70 a partire dalla fonte iconografica che è alla sua stessa origine, ossia la tela di Watteau, Gilles, con una riflessione sulle rielaborazioni dei temi legati al mondo della Commedia dell'Arte e sulla loro ricezione estetica.

La metamorfosi dell'antico valet si avvia sulle scene in cui si recita la pantomima, attraverso le rielaborazioni dell'arte di Watteau, so­vente motivo di ispirazione anche peri decors; essa trova poi, nelle diverse forme di espressione, un suo codice segnico, ed influenza nei temi e nelle concezioni figurative le arti visive, come è possibile evincere dalle tele di Couture, Gerome, Decamps, dalle illustrazio­ni di Legros, di Cham, dalle incisioni di Porreau, per citare alcuni dei nomi coinvolti nel processo di ricezione del mito del Pierrot malinconico e sognatore.