MIRIAM DI STEFANO

 

 

II paesaggio agrario ibleo ha ospitato un'altra Sicilia; il fascino, indubbio quanto l'interesse, è inversamente pro­porzionale alla produzione storiografica di cui è stato ogget­to, specialmente per gli anni più recenti, a partire dalla scomparsa amministrativa della Contea di Modica. Di grande utilità è, pertanto, il lavoro della Di Stefano, che attra­verso i materiali delle 'inchieste' istituzionali, dei resoconti degli interrogatori dei notabili e dei contadini, massari e braccianti, delle relazioni dei valenti tecnici che operavano nel Circondario di Modica, ci ha restituito una parte impor­tante delle vicende relative alle trasformazioni agrarie di un territorio del quale l'abate Balsamo, al principio del secolo scorso, aveva intravisto grandi suscettività di sviluppo.

Dalla viticoltura all'attività armentizia, dalla bonifica contadina delle dune sabbiose del litorale alla diffusissima piccola proprietà di antica formazione enfiteutica che entre­rà puntualmente in crisi ad ogni rovescio congiunturale, alla sensibilità innovativa della proprietà nobiliare che pare go­dere sul lungo periodo di una forte valutazione di mercato per estagli altissimi pagati da un numeroso stuolo di massa­ri, all'abbondanza di manodopera salariata, 1'analisi della Di Stefano relativa ai primi cinquant'anni post-unitani spa­zia per fatti circostanziati e puntigliosamente differenziati.